Giornata quasi terminata,è sera e sono seduta in cucina immersa nei miei pensieri,nel mio pensiero predominante più precisamente,quello per la mia mamma.
Era una sera come questa, fine Novembre, e da giorni mi frullava nella mente una frase ben precisa : “ Fossi in te scriverei a Zaia, è molto sensibile a certe cose e poi ci tiene che l’Ospedale all’Angelo sia l’ospedale del non dolore”.Così iniziai la mia lettera presentandomi con l’articolo che mi aveva pubblicato il Gazzettino,aggiungendovi poi il mio pensiero…
“ Quattro mesi addietro sono entrata in un mondo che per lo più avevo conosciuto solo di sfuggita,quello ospedaliero. Invece questa volta ci ho vissuto per 91 giorni durante i quali ho visto soffrire la mia mamma,ho lottato contro preconcetti di dottori e primari per alleviarle i dolori senza però ottenere praticamente nulla. La mia mamma non c’è più ed al dolore per la sua perdita si aggiunge quello per le sofferenze che ha dovuto subire e che le si sarebbe potuto risparmiare… I motivi di tutto questo se esistono sono per me inconcepibili . È tempo di iniziare a cambiare questa realtà inumana ed indecorosa. L’Ospedale all’Angelo di Mestre è pubblicizzato come l’ospedale del non dolore,ma poi nei fatti non si dimostra degno di tale nomea…”
Questa è solo una parte della lettera che ho inviato alla direzione del Presidente della Regione Veneto. La spedii la sera stessa,appena terminata, non volevo avere il tempo di ripensarci. Vi confido che ero scettica, molto scettica sul risultato, invece 10 giorni dopo fui contattata da un responsabile dell’aulss 3 del Veneto incaricato di fare un’ indagine sul decorso ospedaliero della mia mamma.
Non vi nascondo la mia sorpresa perché ero certa che la mia segnalazione sarebbe stata ignorata, chi sono io mi dicevo, una cittadina qualunque pensavo . Vi dico tutto ciò perché ora a distanza di mesi sono sempre più convinta dell’importanza di non tacere, di scrivere, raccontare e segnalare le ingiustizie. Vero il passato non possiamo cambiarlo però possiamo contribuire ad un futuro migliore per gli altri ed anche per noi. E questo non mi stancherò mai di ripetervelo. Non arrendetevi al dolore ed alla rabbia, ma reagite, cercate di dare un senso alla sofferenza che voi ed i vostri cari avete ed hanno vissuto, anche se mai potrete dimenticare.
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