Il dolore non ha età ne estrazione sociale. Soffrire nel veder patire una persona che ami è inspiegabile perché parole adatte per descriverlo non vi sono. Ecco il punto è proprio questo, quando ami veramente allora sì tra le tante possibilità vi è quella di soffrire. La morte è come un abbandono che ti lascia vuoto e sconcertato dinanzi alla realtà che ci accomuna tutti, in tempi e modi differenti. Leggo spesso che la nostra società non è abituata ad accettare la morte come la fine naturale del ciclo della nostra vita. Dico io che siamo nati vivi, la morte sarà come dicono anche naturale, ma lo sarebbe a ottant’anni e senza soffrire, addormentarsi e non svegliarsi più . Invece pochi sono i privilegiati che ad una età ragguardevole se ne vanno in punta di piedi. Il rimanente lotta contro malattie, segue cure devastanti per poi morire tra tante sofferenze. Evitabili queste ultime avendo la fortuna di trovare chi svolge la professione medica oltre che con professionalità anche con cuore ed umanità. Avendo l’opportunità di entrare in un Hospice oppure di ricevere a casa le cure adeguate per diminuire il più possibile il dolore. Gli altri oltre a non essere informati che è un diritto sancito dalla legge, percorrono calvari inutili e strazianti, e chi li assiste soffre e si dispera per impotenza . Non c’è ragione ne’ scusa a tutto ciò, e quando vieni a sapere dopo naturalmente che si poteva soffrire meno ma non lo hanno voluto fare, la rabbia ed il disprezzo per chi ha lasciato che accadesse avendone il potere di evitarlo, lo porterai sempre con te, fino al tuo ultimo respiro. Perché il tempo che passa ti aiuta a stare un attimo meglio, ma non può cancellare dalla tua mente e dal tuo cuore una delle più inaccettabili ingiustizie che si può subire . W le Cure Palliative, W gli Hospice, W la legge 38 del 2010 e quelle che l’hanno seguita e completata, W i Dottori che hanno a cuore i propri pazienti e che “ se ne prendono cura” in tutti i sensi!
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