La solitudine si può anche definire come una delle poche realtà che ci accomuna tutti, giovani, vecchi, poveri, ricchi, fortunati, sfortunati… Tutti in fondo siamo soli e tali restiamo, fino a che anche noi lasceremo da sole le persone che ci sono care. È la ruota della vita che non si ferma mai e dalla quale un giorno tutti siamo tenuti a scendere, in modi diversi, con sofferenze più o meno lunghe, in alcuni casi anche improvvisamente. Ma nel frattempo camminiamo, giriamo angoli, imbocchiamo strade nuove ma in fondo anche se attorniati da più o meno persone, nel nostro intimo siamo e restiamo soli. Ci sono periodi e momenti della vita però in cui non è accettabile restare tali anche se questo succede troppo spesso, proprio perché viviamo in una società che rifugge il dolore e la morte. Questa emergenza ha portato alla ribalta una delle più gravi lacune del nostro sistema sanitario, cioè la non esistenza di un protocollo medico che possa garantire a tutti le Cure Palliative, in ogni struttura ospedaliera o extra ospedaliera. Perché tutti abbiamo diritto, o chi per noi, a poter scegliere se soffrire o meno. Ora ciò non è ancora possibile negli ospedali italiani e proprio la non possibilità di assistere i propri cari a causa della pericolosità di questo virus ha sottolineato come è ingiusto ritrovarsi soli anche nella malattia, senza nessuno che possa dare conforto ed alleviare il tanto dolore, la sofferenza in tanti, troppi casi, esclusivamente gratuita. È una situazione dilaniante per il malato e perpetuamente dilaniante per chi gli sopravvive perché ne soffrirà per tutta la vita. Ne parlano i giornali, alcuni dottori, chissà che la gente diventi consapevole sempre più dei propri diritti in merito e che si cominci ad investire finanziariamente ed umanamente in questo progetto per una vita dignitosa fino ad arrivare ad una morte altrettanto dignitosa!
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