Non dovrebbero esistere confini e differenze soprattutto in materia di diritti, quelli fondamentali ed inalienabili, invece così non è, e ciò non accade solo nel nostro Paese. Alcuni giorni fa ho ricevuto dei commenti su questo sito e mi ha sorpresa rendermi conto che è più visionato all’estero che in Italia. Mi hanno scritto dal Regno Unito e dall’Oregon. Entrambe le persone sottolineano il grande interesse per l’argomento trattato e la completezza che hanno colto nella spiegazione sia dei problemi che delle eccellenze che caratterizzano il mondo delle Cure Palliative. Il dolore non è solo il mio, il tuo, il nostro, ma va ben oltre e attraversa mari ed oceani. Cambia il territorio, la lingua, ma non le modalità in cui troppo spesso si soffre inutilmente perché si vivono malattie inguaribili ma che vengono trattate invece come patologie guaribili. Mi piace veramente pensare ed ora posso dire anche condividere con persone di altre Nazioni, la problematica della sofferenza umana. Tra le tante cose che ho imparato in questi due anni è che queste Cure così sottovalutate, poco capite, anzi addirittura fraintese, sono di aiuto non solo al paziente ma anche a coloro che se ne prendono cura, anche dopo, anche quando il loro caro non ci sarà più. Pensate quindi a che valore così globale abbiano le Cure Palliative ed all’importanza della loro diffusione ed applicazione. Si prendono cura di chi è malato ma pure di coloro che lo assistono e li accompagnano anche dopo, nel lungo percorso che dovranno intraprendere per elaborare il lutto e la mancanza della persona amata. Liberi da ogni dolore è praticamente impossibile, ma trovare conforto fisicamente e spiritualmente lo è sempre, logicamente sempre che si abbia la fortuna di poter beneficiare di questo diritto sancito dalla legge 38 del 2010.
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