Dovrebbe essere quasi impercettibile, dovremmo andarcene senza rendercene conto, come succede quando nasciamo. Dovremmo lasciare questa vita in un attimo, un semplice PUFF! e via… senza dolore, senza soffrire e senza far soffrire nessuno per ciò che non gli è possibile impedire! Ma così non è, e chi ha assistito, ha vissuto con gli occhi, il cuore e la mente a sofferenze indicibili, porterà sempre su di se’ un peso che per gli altri risulta invisibile, ma per costui invece significa vivere a metà. Ci sono leggi, ci sono diritti e ci sono doveri, ma sempre troppo poco vengono applicate, esercitati. La divulgazione, la pubblicizzazione di quello che si può fare in situazioni senza speranza e di estremo dolore, è e rimane sempre ancor oggi insufficiente! Anche se negli ultimi anni si parla sempre più di eutanasia, del diritto di ognuno di poter scegliere la propria fine, poco o niente si sa delle cure palliative e della terapia del dolore. Persino la legge sulle DAD e sul significato di tali scelte, rimane per molti italiani un mistero sconosciuto. Le persone continuano a soffrire e poche, rare riescono ad ottenere l’aiuto dalla medicina palliativa. Perché gli Hospice sono insufficienti per numero e per capacità di accoglienza e per distribuzione sul territorio. E c’è chi parla di “ eccellenza sanitaria”, e cerca di farci credere che in ambito sanitario siamo i migliori…
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