Curare è un termine che spesso, troppo spesso viene naturalmente associato all’ambito ospedaliero e strutture connesse. Oltre a questo si è perso il suo vero significato, man mano che la medicina progrediva facendo continue conquiste e allungando così la vita media dell’umanità. A tante importanti scoperte sono corrisposte sempre meno attenzioni alla persona come un assieme di mente-corpo-spirito, fino ad arrivare ad una concezione quasi puramente fisica, come se la parte spirituale non avesse nulla a che vedere con la malattia in se, quindi nemmeno con la cura applicata. Invece non è così la realtà perché soprattutto quando siano malati, soffriamo di dolore fisico, ma pure mentale e spirituale. Sbagliato è pure delimitare il compito di curare esclusivamente all’ambito medico. Questo perché curare, o meglio prendersi cura, è un compito che ci coinvolge tutti, anche se molti cercano di sfuggirvi anche nell’ambito pratico. Siamo tutti curanti perché anche senza avere nozioni di medicina, possiamo essere coloro che si prendono cura del cuore , dei sentimenti di chi nel momento ne ha bisogno, senza mai scordare che un giorno molto probabilmente ne avremo bisogno pure noi. Le Cure Palliative hanno sempre cercato risposte, nuove strade per far soffrire il meno possibile , per proteggere il malato dal dolore inutile e distruttivo, in ogni sua forma. Tutto ciò perché in ogni situazione di malattia è fondamentale preservare la dignità della persona . Il problema è e rimane quello che queste cure sono applicate negli Hospice e raramente nei nostri ospedali, per mancanza di informazione, di formazione e di interesse che coinvolga chi può decidere in merito. Questa realtà bisogna che cambi e perché questo succeda c’è bisogno anche di ognuno di noi, iniziando da una capillare informazione sulla loro importanza, una reale presa di coscienza che coinvolga tutta la nostra società.
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