Chissà forse ci sono motivi nascosti e che mai sapremo, però un sintomo di malessere quale la dispnea è proprio oggi al centro di quasi tutti i casi di infezione da COVID 19, logicamente di quelli in cui i sintomi della malattia in questione si manifestano apertamente. Mancanza di respiro, scriverlo è una cosa, provare la così detta fame d’aria è ben altro, una sensazione che ti resta impressa per sempre se l’hai provata o assistito alla sofferenza che provoca. In caso di infezione da Covid19 si cerca di compensarla con l’apporto di ossigeno, cercando di evitare di arrivare ad intubare il paziente. Ma in altri casi, quando la malattia è degenerativa ed infausta, quando i farmaci non possono più nulla, cosa si può fare per ridurre la dispnea che può colpire il malato e quindi di conseguenza l’angoscia crescente che ne deriva? Usare la morfina e gli oppioidi, che grazie a due meccanismi agiscono sui centri respiratori del cervello, alzandone la soglia. Inoltre trattandosi di endorfine, cioè mediatori del piacere, riducono l’ansia e l’angoscia, grazie ad una gradevole lieve sedazione. Chi ne ha potuto vedere gli effetti può solo che ringraziare questi farmaci dal nome così temuto, ma che in realtà in situazioni senza speranza portano solo che benessere fisico e psicologico al malato ed di conseguenza a chi lo assiste . Sempre ricordando i nostri diritti in tema di salute, legge 38 del 2010.
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