È un fraintendimento pensare che l’abbandono delle cure mediche a favore delle cure di sollievo, o palliative, configuri la cosiddetta “eutanasia passiva” , su cui alcuni studiosi insistono. Perché non si tratta di eutanasia passiva, bensì di restituzione del malato al processo naturale del morire.
Era il lontano 2011 e queste parole furono scritte e pronunciate da Umberto Veronesi. Quest’uomo, questo Dottore, Primario, Dirigente Sanitario e che fu persino Ministro della salute scrisse diversi libri, tra questi “ Il diritto di non soffrire”. Perché anche quando non sembra si possa fare molto per aiutare il malato , invece c’è ancora molto da poter fare, e questo è possibile attraverso l’applicazione delle cure Palliative che abbracciano corpo, mente e spirito di coloro che la medicina ha dimostrato di non poter aiutare a guarire, anzi in questi frangenti senza speranza insistendo su un accanimento terapeutico senza alcun sbocco, si riesce solo a prolungarne l’agonia sovrapponendo dolore su dolore.
Nella mia esperienza personale, abbandonare l’accanimento terapeutico, non essendoci più prospettive di vita e abbracciare le cure palliative o cure del sollievo, sia fondamentale e doveroso per il rispetto dell’ultimo tratto di vita. Purtroppo così non sempre accade, alimentando solo sofferenze e dolore in nome di un cosiddetto protocollo…..quando DOVREBBE essere un DIRITTO per tutti ❤
Cara Rosy, solo chi vive certi dolori e sofferenze può capire❤️🌷