Il potere terapeutico della scrittura lo verifico su di me ogni giorno. Un conto è formulare pensieri, descrizioni di situazioni e stati d’animo, invece scrivendoli cambia tutto, ed è proprio vero che ti si alleggerisce una parte di quel peso che porti nel tuo cuore, dentro te. Quando ho cominciato a creare ed impostare questo sito ho pensato subito ad uno spazio per chi volesse parlare della sua esperienza in merito, un posto dove si sentisse accolto e così sereno da riuscire ad esprimere il suo vissuto, le sue emozioni. Non mi aspettavo questa reticenza a scrivere del dolore provato e delle ingiustizie subite. Partendo dal presupposto che ognuno è unico, quindi diverso dagli altri, ho pensato che alcuni avrebbero necessitato del tempo per prendere la decisione di non tacere, perché anche se è accaduto mesi o anni fa’, resta sempre il fatto che è successo. Questo è un punto che non ho voluto considerare a sfavore della mia storia, ma a favore, perché niente può cancellare il passato, noi però possiamo migliorare il futuro ! Mi aspettavo ed ancora attendo di ricevere anche delle belle e positive storie di umanità, perché non è tutto negativo ciò che succede negli ospedali. Solo due persone, due donne, hanno preso parte alla condivisione che Liberi dal Dolore offre come opportunità a tutti coloro che lo desiderano. L’altro giorno ho sentito in via privata Rosana, la quale mi ringraziava e mi diceva che ora si sente più leggera, perché ha esaudito in parte il desiderio del suo amato marito. Augurandosi pure che la sua testimonianza serva a smuovere altri, a non tacere, a reagire. Le ho risposto che questo non dipende da noi, che abbiamo fatto ciò che il nostro cuore ci ha portato a fare, e qualunque sarà il risultato potremo sempre dire a noi stesse che ci siamo state e ci siamo! Ritornando alla specificità del diverso, non posso dire che comprendo chi vuole dimenticare per sempre quella parte dolorosa della sua vita, questo perché non mi riesce di capire come si può scindere il ricordo di una persona amata e persa tragicamente, dai momenti passati assieme, compresi quelli infelici. Ma perché io non ci riesco, non è detto che sia impossibile farlo, diciamo che lo considero un mio limite. Non mi è stato detto di non tacere, perché nel mio caso la mia Mamma non era in grado di comunicarmelo, ma è il mio sentire che non mi ha permesso di rimanere in silenzio, supportata dalla realtà contingente che ancora oggi, pure domani, ed anche dopodomani, ed a seguire, ci sono e ci saranno persone e famiglie che soffriranno perché una legge esistente non è stata tramutata in protocollo medico. Aggiungiamo tutte quelle situazioni in cui non si rispetti il paziente e la sua dignità, tutte quelle ingiustizie perpetuate come se fosse una consuetudine. Perché tanti, e meno male non tutti, Dottori non si curano del dolore altrui, a loro basta attenersi alle regole ospedaliere. Perché c’è poca umanità e soprattutto esiste quella supponenza che succeda solo agli altri, a se stessi non potrà succedere. Ma chi può avere veramente questa certezza? Nessuno
Ciao Barbara condivido quello che hai scritto….certezza??? Se analizzo bene la parola non riesco neanche più darle un senso…quello che mi sento di aggiungere e che certi medici dovrebbero avere anche una”scuola” di umanità….quante volte mi sono chiesta se al posto di un”comune” paziente ci fosse la loro mamma o sorella o marito….si comporterebbero ugualmente così??!!! Seguirebbero tutto il protocollo????… Un abbraccio ❤ Rosana
Innumerevoli volte me lo sono chiesta guardando la mia Mamma su quel letto di dolore. La risposta è implicita nella stessa domanda. Purtroppo Lei era la mia Mamma, non la loro!
Dopo mi chiedono perché faccio tutto questo… Solo chi ha subito e visto subire ingiustizie del genere può capire, ed anche tra questi vedi quanti se ne stanno zitti, perché poi è già successo, perché Lei o Lui non ci sono più oramai. È un dolore che porterò sempre nel mio cuore, come sicuramente lo farai tu. Ma perché gli altri tacciono non dobbiamo farlo pure noi, nella vita si può scegliere, ed io ho scelto di distinguermi, non di aggregarmi alla maggioranza. Un abbraccio a te