Vi abbiamo vissuto nel pieno senso della parola per un mese. Dico così perché anche quando fisicamente non potevamo esserci perché le visite non erano consentite, il mio pensiero era incatenato in quella stanza asettica dove risuonavano i suoni dei macchinari che tenevano in vita la mia Mamma. Un corridoio lungo interrotto dai vari box con al loro interno pazienti in grave pericolo, per diversi motivi. Benvenuti in Rianimazione! Un bunker sotterraneo, innumerevoli infermieri, mentre i dottori erano una semplice e sporadica apparizione. A distanza di mesi mi trovo a dar ragione alla lettera che ho letto di un infermiere che vi sta’ svolgendo il proprio tirocinio, il quale lo descrive come il limbo, perché tutto vi è sospeso, dove un’ora conta 120 minuti, dove fare o non fare può significare la differenza, come anche no. Vorresti perché speri sentirti comunicare una notizia positiva, ma mentre i giorni passano conti chi non c’è più, e non perché è stato trasferito in un altro reparto. Diventi sempre più consapevole che qui’ si parla più di morte che di vita e che in tante situazioni la si augura, perché le condizioni in cui versa il paziente sono drammatiche. Ricordo e ringrazio nuovamente di cuore chi ha speso tempo e delicatezza per insegnarmi che anche una persona in coma apprezza le carezze, il contatto fisico con chi ha fatto parte della sua vita precedente. Non ricordo il suo nome però non potrò mai dimenticare la sua lezione, le sue parole pacate che cercavano di consolarmi e di farmi comprendere che finché siamo vivi anche se non possiamo comunicarlo, abbiamo bisogno di affetto e conforto. Lo rivedo in questa lettera che non è la sua ma che potrebbe esserlo. Nella profonda sensibilità di quest’uomo che ci ricorda che pure loro molto spesso vengono coinvolti dalle numerose storie che vivono anche se solo come spettatori lontani. La Rianimazione è un posto dove tutto è sospeso, come in attesa di giudizio, vi si respira veramente un’aria irreale, anche se ciò che vi accade è più che reale. Ammiro chi vi lavora con passione ed anche in questo caso purtroppo mi trovo a sottolineare ciò che vi ho visto. Il freddo distacco dei Dottori che si contrappone al comportamento giustamente umano e confortante degli infermieri.
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